Da poco più di due anni è entrata in vigore la legge che obbliga tutti gli esercizi commerciali e tutti i professionisti ad essere in possesso del POS. Capita ancora spesso però di entrare in un esercizio commerciale e vedersi rifiutare il pagamento con bancomat o carte di credito.
Cosa è accaduto dal 2014 in poi?
Cerchiamo di capire cosa prevede la legge, cosa è cambiato, cosa sta cambiando, cosa è stato definito e cosa ancora no.
Cosa prevede la legge
A partire dal 2014, il Codice di Consumo, ha previsto per ogni esercente/professionista l’obbligo di avere un pos.
Fino al 30 giugno 2014, l’obbligo riguardava però solo i pagamenti effettuati a favore dei soggetti il cui fatturato dell’anno precedente fosse superiore a 200 mila euro. L’obbligo riguardava anche solo sul pagamento con carta di debito e non con carta di credito e con importo superiore a 30 euro.
Quale la novità introdotta nel 2016?
La Legge di Stabilità 2016, approvata sotto il governo Renzi, ha modificato la normativa riguardo l’obbligo, ribadendola e rafforzandola ulteriormente.
Pos obbligatorio dunque, per imprese e professionisti. La legge di stabilità ribadisce perciò l’installazione dell’apparecchio di pagamento elettronico (POS) nei negozi e negli studi. La legge impone che chiunque si occupi di vendita di prodotti e prestazione di servizi (compresi quelli professionali) debba accettare carte di credito e prepagata. Pos obbligatorio per permettere ai propri clienti di pagare tramite bancomat e carte di credito qualsiasi importo anche a carico di tutti gli studi professionali, medici, odontoiatri, ma le sanzioni restano ancora da definire.
Dapprima, l’obbligo riguardava solo il pagamento con bancomat, ma con l’inizio del 2016, l’obbligo è passato anche alle carte di credito. L’esercente o il professionista dunque, si trovano nella posizione di essere in obbligo verso il cliente, di favorirgli i loro servizi, anche tramite pagamento elettronico e non solo in contanti. Sostanzialmente, il cliente che si presenti presso un’attività commerciale con carte elettroniche, che si tratti di bancomat o carte di credito può tranquillamente accedere ai servizi di questa, senza la preoccupazione di avere portato o meno con se dei contanti.
Una delle novità maggiormente dibattute introdotte dal 1° gennaio 2016 dalla legge di Stabilità, è che estende l’obbligo di accettazione dei pagamenti elettronici anche per quegli importi “micro”, cioè fino a 5 euro. Unica via di fuga, potrebbe essere la dimostrazione dell’oggettiva impossibilità tecnica di accettare con questa modalità i pagamenti, come ad esempio la non disponibilità temporanea della linea di collegamento.
Sono state definite agevolazioni e/o sanzioni?
Sembra non esserci attualmente nessuna sanzione per chi ancora non avesse provveduto a rifornirsi del pos per la propria attività, né alcuna agevolazione per chi invece avesse già pensato di attivarlo.
Proprio con l’obiettivo di riordinare tale incongruenza, nel gennaio 2015, è stato presentato un disegno di legge, Il Ddl atto parlamentare 1747, il quale prevede delle agevolazioni fiscali su chi utilizzerà il pos e delle sanzioni non proprio da sottovalutare per chi invece non ne fosse fornito. Nel disegno di legge infatti, si propone una prima sanzione di 500 euro per chi fosse sprovvisto di pos. Pagata la sanzione si hanno 30 giorni per adeguarsi e 60 giorni per comunicare alla Guardia di Finanza l’avvenuta installazione. Se ciò non accadesse, scatterebbe una seconda ammenda, questa volta di mille euro, con un mese di tempo per mettersi in regola, fino a sospendere l’attività per coloro che non si adeguassero alla normativa. Che puoi leggere qui
Quali sono le ragioni principali alla base della normativa?
L’Italia, sembra ancora non entrata nell’ottica che utilizzare pagamenti elettronici faciliti la vita e ci faccia risparmiare. Ci si ferma spesso all’idea che l’unica utilità di pagare con il pos sia quella di poter effettuare l’acquisto solo nel caso in cui non si abbia disponibilità di contanti.
Ma quali sono gli altri vantaggi non immediatamente visibili?
• Pagamenti veloci:
si ha l’immediata disponibilità dell’incasso.
• Minori incombenze amministrative:
l’attivazione è immediata con la conseguente semplificazione dei pagamenti
• Maggiore sicurezza:
si garantisce l’incasso del pagamento e il suo deposito
• Minori rischi:
si evita di incorrere in banconote false o assegni non coperti
• Contrasto all’evasione:
si accerta il reddito dichiarato e quello effettivamente percepito, i quali non molto spesso coincidenti!
Se l’esercente/professionista è sprovvisto di POS obbligatorio, cosa succede?
Visto quanto previsto dalla legge, se l’esercente o il professionista che sia, nega i suoi servizi all’utente, commette due illeciti: il mancato possesso del pos e la negazione dei servizi all’utenza. Il cliente ha il diritto di poter effettuare il pagamento con il pos.
Il cliente cosa può fare?
Il cliente potrà andar via senza pagare gli acquisti/servizi mettendo in atto un credito. Ovvero, il cliente si recherà successivamente presso l’attività commerciale per effettuare il pagamento. Questo potrebbe accadere anche nel caso in cui il pos fosse momentaneamente fuori uso, non funzionante o in assenza di linea di collegamento.
C’è da ricordare inoltre che il tetto fissato per legge, al di sotto del quale l’esercente non è obbligato ad accettare pagamenti elettronici è di 5 euro. Pertanto, per acquisti sotto questa somma, l’esercente potrà richiedere al compratore, il pagamento in contanti.